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Trentaduesimo e trentatreesimo giorno

luglio 5, 2022

Buenos Aires mi concilia il relax, un relax attivo per la verità. Non ho il contapassi ma sicuramente percorro parecchi chilometri al giorno. È una città che mi invita a camminare, lo trovo quasi rilassante anche perché in ogni momento, se sono stanco, posso entrare a gustarmi un caffè in uno dei tanti locali alti come i caffè viennesi. Ora ho anche procurato la tessera ricaricabile per utilizzare la comoda metrò ma a questa soluzione ricorro solo per i lunghi spostamenti iniziali. La temperatura invernale è mitigata dai raggi del sole. Come detto, il mio appartamento si trova nel centro di Palermo. Ieri e oggi ho visitato la zona più a sud fino a Boca dove c’è lo stadio del Boca Junior (ex squadra di Maradona), probabilmente la squadra di calcio più amata in Argentina, nota per la passione dei tifosi soprattutto dentro la “Bombonera”. Un po’ più vicino ho visitato Plaza de Mayo con la nota Casa Rosada sede del governo, la Catedral, all’interno della quale c’è anche il mausoleo del generale San Martin eroe dell’indipendenza argentina e anche dell’indipendenza di Cile e Perù nella guerra ispano-americana. Sempre vicino a questa piazza c’è anche la Chiesa più antica della città dedicata a Sant’Ignazio di Loyola e il convento di San Francesco, anch’esso il più antico della città dove per 50 pesos (35 centesimi) un mite frate ti fa da guida raccontandoti la storia del cristianesimo in Sudamerica. Ho camminato poi fino a Recoleta dove è d’obbligo una visita al cimitero. Con qualche euro puoi addentrarti tra le tombe e ammirare l’architettura funeraria dell’Ottocento. Qui sono sepolti personaggi famosi come Evita Peron. Un po’ come visitare Père Lachaise a Parigi. Fuori nel parco, in questa soleggiata e frizzantina domenica c’è anche un bellissimo mercatino artigianale che invoglia a comprare souvenirs. Visito anche Casa Tomada un museo nazionale di arte decorativa. Indubbiamente ci sarebbero tante cose da vedere e fare in questa città ma per mia natura preferisco frequentare i luoghi conviviali per cui finisco quasi sempre nel perdermi in qualche locale e osservare le persone che li frequentano nel tentativo di delinearne dei tratti che possano darmi ispirazioni di qualche tipo. In questo periodo qui c’è una crisi economica e politica. L’inflazione annuale è intorno al 60%. Proprio questo sabato si è dimesso il ministro dell’economia e oggi che è lunedì sembra si sia candidata una nuova ministra. Alla radio dicono che è come aver chiamato un piromane a spegnere l’incendio anziché un pompiere. Io ora non seguo molto la politica italiana, figurarsi quella argentina però ho l’impressione che questo popolo non sia molto combattivo e incline alla protesta, o peggio alle rivoluzioni. È un popolo troppo tollerante con se stesso e con gli altri. Anche qui c’è una tradizione di corruzione al potere però le cose non sembrano mutare nei decenni di storia di questo paese. La tolleranza è una virtù ma quando la si lascia scorrere in modo incontrollato può provocare la rottura degli argini con conseguente perdita del controllo. Queste pagine sono noiose rispetto ai miei standard, lo ammetto. Se qualcuno dei lettori dovesse quantunque essere arrivato fin qui voglio dirgli che la sera uno dei più piacevoli diversivi è scegliere un locale per andare ad ascoltare musica dal vivo. Buenos Aires vanta una passione underground per il punk e la musica rock. Ci sono parecchi locali fucine di gruppi emergenti, non esistono solo milonghe e tango. Stasera ho mangiato in un locale frequentato da studenti universitari. Davanti a me ad un tavolo alcuni ragazzi, a turno, leggeva un passo da un libro mentre gli altri scrivevano nel quaderno degli appunti. Io che ero fuori età me ne stavo tranquillo al mio tavolo a bermi il mio bicchiere di rosso e a mangiarmi formaggio fuso. Qui in Argentina finalmente ho ritrovato la cultura del vino chd avevo lasciato a Napa Valley. Il vino più popolare è il Malbec che costituisce circa il 40% della produzione di vino rosso. Un vitigno che si adatta bene ai terreni di queste latitudini da cui se ne ricava un vino con un colore intenso, fruttato con dei tannini morbidi. Se non si è capito, qui me la sto passando piuttosto bene e ho ancora un paio di giorni davanti.

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One Comment
  1. Astrid permalink

    …noioso mai 🙂

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