Vai al contenuto

Appendice

luglio 9, 2022

Quando sono arrivato a Panamà e ho preso un taxi guardavo meravigliato, con stupore e ammirazione lo skyline, i moderni grattacieli e i palazzi delle banche. Poi ho saputo che i poveri che ci sono in città li chiamano le torri della cocaina e le banche sono chiamate “lavanderie a gettone” per via del riciclaggio di denaro sporco. Ho fatto un’analogia con il mio viaggio. La mia tentazione è di considerarlo una cosa da fighi, di cui vantarmi. In realtà ci sono centinaia di migliaia di persone, ragazzi, donne, bambini che viaggiano per disperazione o sopravvivenza, in condizioni spesso precarie, con incognite e difficoltà di ogni tipo. Io ora posso tornarmene a casa, al calduccio (pare che dalle mie parti faccia caldo davvero) e godere, raccontare delle bellezze che ho visto perché sono nato dalla parte giusta del mondo, ma non posso non pensare ai fratelli più sfortunati. Ecco, credo che viaggiare serva anche a farci aprire gli occhi e riflettere sulle contraddizioni della nostra umanità. Ora sono a Zurigo in attesa di volare a Venezia. Grazie a chi mi ha seguito in quest’avventura e mi ha tenuto compagnia con vari messaggi.

From → Uncategorized

Lascia un commento

Lascia un commento